Fiere, manifestazioni, eventi… quale cambiamento?
A Travagliato Cavalli lo scorso 25 aprile abbiamo preso parte a una conferenza sul benessere animale. Il benessere animale è un concetto molto vasto, che comprende una lunga serie di fattori. Suddividiamolo in due grandi categorie: benessere fisico e benessere etologico. Attorno a un tavolo ci si trova tutti d’accordo. Chi si trova lì’, infatti, è animato da amore per gli animali e buone intenzioni. Ci si saluta con l’intento di ritrovarsi, di imboccare realmente la strada verso il cambiamento. Questo lascia un segno positivo, lascia a noi di Progetto Islander la fiducia nella collaborazione, una forte volontà e la disponibilità a unire le forze. Più siamo e meglio è. Quindi ben vengano conferenze e congressi, nuovi incontri con persone realmente motivate.
La triste realtà
In totale opposizione a tanti buoni propositi esiste purtroppo la realtà. La realtà è la grande sfera del maltrattamento: maltrattamento fisico, psicologico ed etologico. Si, perché lasciata alle spalle la sala conferenze, ci siamo addentrati nella fiera, nella realtà di una manifestazione ormai storica, ormai stagnante. Accanto a noi in quel momento passa una carrozza trainata da due mini pony con sopra tre uomini dal peso enorme… Poi ci siamo addentrati nel Team Penning. Eppure dicevano che ci fosse anche una commissione etica…
Travagliato è solo un esempio. In generale, ogni volta che si va in una fiera, che ci si addentra nelle competizioni e in qualsiasi altra attività con i cavalli, dove si ha una concentrazione della maggior parte delle discipline equestri, ci si rende ancor più conto della discrepanza tra le parole, i concetti, i dibattiti e la realtà dove purtroppo si assiste al peggio possibile. Il sentimento è di frustrazione, sconforto, dolore.
Cavalli piegati nel fisico e nell’anima. Cavalli rassegnati. Cavalli utilizzati come mezzi e strumenti per raggiungere i propri obiettivi agonistici o economici. Cavalli che rispondono come meglio possono a richieste che non hanno nulla di logico per loro. Gambate e tironi in contemporanea, iperflessioni, cavalli portati allo stremo, sfiniti, ansimanti, rassegnati. Esibizioni esasperate sul cemento che sfociano in incidenti gravi. Eppure, dicono, esiste una commissione etica, tutti parlano, si giustificano, si scusano, ‘cavalieri’, ‘istruttori’, ‘tecnici, ‘ufficiali’… tutti hanno una giustificazione. Ma non esistono giustificazioni. Non più. Nessuno è più disposto ad accettarle.
Perché la conoscenza, l’evoluzione culturale, l’evoluzione della società ci dimostrano che non è più accettabile. Esiste un altro modo, esistono metodi diversi. Non ci si improvvisa uomini di cavalli, i cavalli bisogna conoscerli, conoscerli in ogni loro sfaccettatura e bisogna rispettarli.
Crediamo che il binomio uomo cavallo possa esistere ancora nella società di oggi, ma crediamo anche che certe modalità siano definitivamente inaccettabili. Focalizzati sulla competizione, sul business, sull’egocentrismo, si oltrepassano i limiti del rispetto della vita. L’indifferenza verso la sofferenza degli animali è ignobile.
Crediamo che le federazioni debbano prendere posizione e iniziare a limitare i danni.
Eppure si continua a parlare di benessere animale, ma tutto questo benessere noi non lo vediamo.
Serve educare, ma non basta cercare di educare il singolo cavaliere perché è l’intero sistema che non funziona. Sono troppo le lacune e gli errori, errori che ricadono sulla vita di questi animali.
Qual’è il limite?
Quand’è che ci si dimentica di essere in sella a un cavallo, a un essere vivente e non a una moto o altro?
Quand’è che l’ego umano inizia a prevaricare sulla vita di un altro essere vivente?
Quando avviene che il risultato della gara è più importante di una bocca spaccata o di fianchi aperti a sangue dagli speroni?
Quando arriva il momento in cui per raggiungere l’obiettivo tutto è permesso?
Quando si incomincia a giustificare il sangue, l’azione forte, la punizione eccessiva e tutto il resto?
Quand’è che steward e giudici iniziano a coprire, nascondere o giustificare?
Chi sceglie di vivere con i cavalli sostiene di essere animato da vera passione, da amore per gli animali.
Dove sono la passione e l’amore?
Perché noi non li vediamo.
©Progetto Islander
progettoislander.it
info@progettoislander.it
Fiere, manifestazioni, eventi… quale cambiamento?
A Travagliato Cavalli lo scorso 25 aprile abbiamo preso parte a una conferenza sul benessere animale. Il benessere animale è un concetto molto vasto, che comprende una lunga serie di fattori. Suddividiamolo in due grandi categorie: benessere fisico e benessere etologico. Attorno a un tavolo ci si trova tutti d’accordo. Chi si trova lì’, infatti, è animato da amore per gli animali e buone intenzioni. Ci si saluta con l’intento di ritrovarsi, di imboccare realmente la strada verso il cambiamento. Questo lascia un segno positivo, lascia a noi di Progetto Islander la fiducia nella collaborazione, una forte volontà e la disponibilità a unire le forze. Più siamo e meglio è. Quindi ben vengano conferenze e congressi, nuovi incontri con persone realmente motivate.
La triste realtà
In totale opposizione a tanti buoni propositi esiste purtroppo la realtà. La realtà è la grande sfera del maltrattamento: maltrattamento fisico, psicologico ed etologico. Si, perché lasciata alle spalle la sala conferenze, ci siamo addentrati nella fiera, nella realtà di una manifestazione ormai storica, ormai stagnante. Accanto a noi in quel momento passa una carrozza trainata da due mini pony con sopra tre uomini dal peso enorme… Poi ci siamo addentrati nel Team Penning. Eppure dicevano che ci fosse anche una commissione etica…
Travagliato è solo un esempio. In generale, ogni volta che si va in una fiera, che ci si addentra nelle competizioni e in qualsiasi altra attività con i cavalli, dove si ha una concentrazione della maggior parte delle discipline equestri, ci si rende ancor più conto della discrepanza tra le parole, i concetti, i dibattiti e la realtà dove purtroppo si assiste al peggio possibile. Il sentimento è di frustrazione, sconforto, dolore.
Cavalli piegati nel fisico e nell’anima. Cavalli rassegnati. Cavalli utilizzati come mezzi e strumenti per raggiungere i propri obiettivi agonistici o economici. Cavalli che rispondono come meglio possono a richieste che non hanno nulla di logico per loro. Gambate e tironi in contemporanea, iperflessioni, cavalli portati allo stremo, sfiniti, ansimanti, rassegnati. Esibizioni esasperate sul cemento che sfociano in incidenti gravi. Eppure, dicono, esiste una commissione etica, tutti parlano, si giustificano, si scusano, ‘cavalieri’, ‘istruttori’, ‘tecnici, ‘ufficiali’… tutti hanno una giustificazione. Ma non esistono giustificazioni. Non più. Nessuno è più disposto ad accettarle.
Perché la conoscenza, l’evoluzione culturale, l’evoluzione della società ci dimostrano che non è più accettabile. Esiste un altro modo, esistono metodi diversi. Non ci si improvvisa uomini di cavalli, i cavalli bisogna conoscerli, conoscerli in ogni loro sfaccettatura e bisogna rispettarli.
Crediamo che il binomio uomo cavallo possa esistere ancora nella società di oggi, ma crediamo anche che certe modalità siano definitivamente inaccettabili. Focalizzati sulla competizione, sul business, sull’egocentrismo, si oltrepassano i limiti del rispetto della vita. L’indifferenza verso la sofferenza degli animali è ignobile.
Crediamo che le federazioni debbano prendere posizione e iniziare a limitare i danni.
Eppure si continua a parlare di benessere animale, ma tutto questo benessere noi non lo vediamo.
Serve educare, ma non basta cercare di educare il singolo cavaliere perché è l’intero sistema che non funziona. Sono troppo le lacune e gli errori, errori che ricadono sulla vita di questi animali.
Qual’è il limite?
Quand’è che ci si dimentica di essere in sella a un cavallo, a un essere vivente e non a una moto o altro?
Quand’è che l’ego umano inizia a prevaricare sulla vita di un altro essere vivente?
Quando avviene che il risultato della gara è più importante di una bocca spaccata o di fianchi aperti a sangue dagli speroni?
Quando arriva il momento in cui per raggiungere l’obiettivo tutto è permesso?
Quando si incomincia a giustificare il sangue, l’azione forte, la punizione eccessiva e tutto il resto?
Quand’è che steward e giudici iniziano a coprire, nascondere o giustificare?
Chi sceglie di vivere con i cavalli sostiene di essere animato da vera passione, da amore per gli animali.
Dove sono la passione e l’amore?
Perché noi non li vediamo.
©Progetto Islander
progettoislander.it
info@progettoislander.it